giovedì 28 maggio 2015

Inverosimile nostalgia di un periodo mai vissuto

«Zavattini sosteneva che, da quando registi e produttori hanno smesso di prendere l'autobus, sono finite le idee.
Il nostro mestiere era condotto in maniera artigianale, seduti tra i tavoli di trattorie e caffè. Pensate che io e Flaiano, ad un certo momento, volevamo aprire una specie di bottega, perché tutti venivano continuamente con oggetti da aggiustare, come si fa con le biciclette.
Avevamo molto amore per il Cinema e trovavamo il nostro lavoro divertente.
Le case erano fredde perché non c'era il riscaldamento e allora si andava in questi caffè dove, bene o male, qualcosa di caldo si poteva sorbire, ma anche sentire.
La fase di nascita del film avveniva lì; ci si metteva in due, tre o quattro al tavolo e, magari, mentre noi eravamo impegnati in un film di Totò, al tavolo a fianco lavoravano a un film tragico. Di bello c'era la ricerca e la scoperta di tutto.
Il Neorealismo è conseguenza della guerra e di alcune necessità. È l'arte del girare dal vero, con attori presi dalla strada; è un nuovo modo di guardare le cose, cioè di guardarle direttamente, senza più l'evasività o l'evasione di tipo americano o italo-fascista.
Non c'è dubbio che la prima e più superficiale reazione alla realtà di tutti i giorni è la noia. Finché non si riesce a superare e a vincere la pigrizia intellettuale e morale, la realtà ci sembrerà priva di qualsiasi interesse.
Con il Cinema neorealista non si tratta più di far diventare reali le cose immaginarie, ma di far diventare significative al massimo le cose quali sono.
Perché la vita non è quella inventata nelle storie, la vita è un'altra cosa».

(Suso Cecchi D'Amico, ovvero Giovanna Cecchi, sceneggiatrice)

martedì 5 maggio 2015

«La notte ha il suo profumo, puoi cascarci dentro, ché non ti vede nessuno»

Felicità è (anche) starsene seduti sul bordo di un marciapiede in piazza, alle 3 di notte, crogiolandosi tra il vento tiepido di primavera e l'effetto di qualche bicchiere alcolico, che sale su dalla gola alle guance.
Leggeri e senza pensieri, si sentono da lontano le note di una chitarra e, tutto intorno, silenzio.
Oggi ho una candelina in più sulla mia torta. Guardo indietro e mi accorgo di essere cambiata, in meglio, speriamo.