martedì 16 febbraio 2016

Fenomenologia del doppio (in una vuota serata di pioggia, si intende)

Ultimamente alle prese con un grande tomo di fotografia e un lavoro che non vuole saperne di essere concluso.
Tra le righe fitte, Jean Baudrillard sostiene che i ritratti fotografici siano esorcismi, allo stesso modo in cui lo erano le maschere catartiche per le società primitive.
Cerco tra le tante immagini quella che penso si avvicini di più alla sua frase.
Ricordo il momento in cui è stata scattata, non molto distante, e ricordo il motivo.
Cosa ci sarà mai da espiare dal volto di una giovane donna?
Era solo un gioco, è vero. Mascheramento, radicale intima alterità. La fisionomia è quella, ma traspare qualcosa di diverso nel modo di porsi; l'elusione riguarda solo le cose mal tollerate, per questo non è strano provare per lei una sorta di invidia.
Solo metà viso fa capolino, ma c'è caso che della mia vera personalità non ce ne sia la minima traccia, che sia tutta rimasta fuori dai margini; allora vedrò poi di raccoglierla, perché, malgrado ogni cosa, non ho intenzione di fingere d'esser altro anche qua fuori.