mercoledì 4 febbraio 2015

Mentre la città si risveglia, in un mattino d'inverno

Dentro di me si è accesa una luce.
L'ho sentita nascere distintamente, mentre camminavo a passo svelto tra le vie della città. Una forma d'amore che rifiuta la troppo stretta capienza di qualunque termine scritto o verbale, eppure vuol essere rivelata e pungola a scribacchiare.
Alle 7 e mezza di mattina, Bologna ancora faticava, nel freddo, a riprendersi dal sonno notturno. Tra la calma generale si poteva scorgere solo il rumore delle serrande che venivano alzate e, passando davanti ai bar, quello dei cucchiaini sbattere sulle tazzine da caffè; una giornata come tante, che di speciale avrebbe avuto solo un cielo color bianco latte e forse qualche fiocco di neve.
Invece eccolo, mi riscalda e inizio a camminare più veloce, in modo euforico.
È il calore che si prova nel petto all'arrivo di una vita nuova; un bimbo, un fratello.
Le cose d'ora in poi saranno diverse, ma i cambiamenti di questo genere non possono che renderle migliori. Pensavo a questo stamattina e poi, dal cielo, qualche batuffolo bianco è caduto realmente.

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